mercoledì 27 gennaio 2016

Ricamo Luneville , il ricamo dell'alta moda

Oggi voglio parlarvi di questa particolare tecnica di ricamo, che viene usata nell'haute couture.
Il ricamo Luneville si sviluppa agli inizi del 1800 nella cittadina francese Luneville, nella regione della Lorena.
Questo tipo di ricamo viene realizzato con un particolare uncinetto, creando dei punti catenella e permettendo di inserire perline e pailletes, su ogni tipo di tessuto, anche i piu' leggeri come organza e tulle. Il ricamo viene realizzato dal rovescio su un telaio di solito rettangolare.
Grazie a questa tecnica la velocità di esecuzione aumenta e il lavoro è piu' preciso.
I ricami degli abiti di alta moda vengono realizzati da artigiani specializzati in questo tipo di ricamo.
A Parigi esiste la scuola Lesage dove è possibile effettuare corsi di ricamo Luneville, sia corsi base che di perfezionamento. A Roma e Milano la scuola di ricamo alta moda organizza corsi di 4 giorni per apprendere le basi del Luneville.

Per informazioni
http://www.lesage-paris.com/
http://www.scuoladiricamoaltamoda.it/




giovedì 7 gennaio 2016

Anna Anni , La musa di Zeffirelli - Biografie di costumisti famosi

«Ho sempre amato il teatro, l' opera, il cinema, ma non pensavo proprio di diventare costumista, è avvenuto tutto per caso...»

Cosi' raccontava Anna Anni, una signora semplicissima quanto geniale.   Anna è nata a Marradi, al confine tra la Toscana e la Romagna. 
«Fui adottata da due persone che ho amato molto, ho trascorso un' infanzia bellissima in campagna, in un borghetto medievale dove il tempo pareva essersi fermato». Poi si trasferì a Firenze, arrivò la guerra, anni duri. Ha cominciato dipingendo ceramiche, giocattoli, foulard; poi attrezzista teatrale «un po' all' arrembaggio, però mi è servito eccome».
Dopo l' apprendistato fiorentino, nel 1951 Orson Welles si rivolge all' architetto Aristo Ciruzzi per le scenografie di due spettacoli da allestire a Chicago. «Aristo fece il mio nome per i costumi ».
Esordisce nel 1953 creando i costumi del Volpone di Jonson e de La Locandiera goldoniana, entrambi diretti da Orson Welles.  Proprio Orson Welles  innamorato del suo talento, negli anni ´50, tentò senza successo di portarla in America.
Consegnati i disegni, Orson la invitò in Usa per vedere gli spettacoli: «Mi prese il panico, che ci andavo a fare, non conoscevo nemmeno la lingua? Mi scrisse che era contento del successo ma dispiaciuto che non fossi andata»
Costumista ma anche insegnante:
«Sono sempre stata dietro le quinte, non ho mai voluto rubare spazio ai registi per i quali ho lavorato. Per tutta la vita ho insegnato disegno alla scuola Tornabuoni. 
La notte andavo a Roma sul set, il giorno dopo ero al mio posto d´insegnante.
Una cosa di cui vado fiera è la confessione di una mia studentessa che mi disse: "Signora Anni lei con me è sempre stata paziente ed è riuscita ad insegnarmi i segreti del suo mestiere"»
Ha lavorato accanto a maestri quali Mauro Bolognini, Franco Zeffirelli, Sandro Sequi, Orson Welles, Luchino Visconti.
Zeffirelli la ricorda così: 
«Piccolina, timidissima e però dal carattere di ferro. Con me ha lavorato in 15 spettacoli grandiosi, dall' Aida di Busseto a quella di Verona, Cavalleria e Pagliacci alla Scala, per Carmen al Met ha realizzato 480 costumi. E Anna sempre a dire che c' è qualcuno meglio di lei.
Anna era dotata di grande talento, forse più di tutti noi, ma era schiva, modesta. La conoscenza del taglio storico e la minuziosa ricerca del particolare hanno reso i suoi costumi straordinari, emblemi di preziose evocazioni storiche. Mi commossi nel vedere i costumi che aveva disegnato per Maria Stuarda con le due primedonne Valentina Cortese e Rossella Falk  per un' indimenticabile Carmen all' Arena di Verona. Ma tutte le sue cose erano bellissime ed hanno trionfato nei teatri più prestigiosi del mondo».


«Anna - riprende Zeffirelli - è un personaggio incredibile, un patrimonio della cultura di cui gli italiani non si sono mai accorti. Ha sempre una visione precisa, si casca sempre sul sicuro. La sua straordinaria qualità è il mondo non tradizionale ma classico, come dipinge, come schizza i bozzetti, non c' è nessuno che usa l' aquarello come lei, anche se fa di tutto per farci cambiare idea, imbarazzante com' è per la sua umiltà.
Zeffirelli ancora racconta: «In un dispettoso pianeta abitato da gente sempre pronta a voler sembrare migliore di quello che è, lei svettava più alta di tutti. Anche se bisognava - e quasi mai ci sono riuscito - farla uscire dalla sua palude di umiltà e modestia che a volte, confesso, mi appariva perfino insopportabile: appena le si diceva brava lei scuoteva subito la testa schernendosi con imbarazzo. A Firenze pranzavamo insieme nelle trattoria di Santo Spirito». 
E proprio nel 2006 sfiorò l´Oscar per i costumi dell'Otello di Franco Zeffirelli .
Anna non si faceva certo pregare per raccontare il suo primo incontro con Zeffirelli: «Mi presentai una domenica mattina alle 8 nell´appartamento che Tosi divideva con Zeffirelli e Bolognini a Roma, vicino a piazza di Spagna. Mi venne ad aprire Alfredo Bianchini che mi apostrofò dicendo: Nini, o che si viene nelle case a quest´ora?»
Nel ´65 poi Anna Anni realizzò le scene per "La lupa" con Anna Magnani. «Mi ricordo una scena in cui seduta su una fascina recitava a bassa voce, senza guardare il pubblico, come se stesse parlando con se stessa. Straordinaria, non ho più visto recitare a quel modo»
Ha disegnato abiti di scena per Carla Fracci, Anna Fracci, Paolo Poli, Placido Domingo,
Maria Callas, Rudolf Nureyev, Luciano Pavarotti. Particolarmente luminosa è stata la sua collaborazione per i costumi dei balletti allestiti dalla coppia Fracci-Menegatti, tra i quali occorre ricordare Le baiser de la fèe di Stravinskij (Scala ´75) e Don Chisciotte (Comunale di Firenze ´84). 
Nel 2006 Palazzo Pitti le dedica una mostra. Nell' itinerario della mostra veniva mostrato come ricostruiva il mondo iconografico e visivo, lo studio delle fonti che attingono ai materiali  più eterogenei, opere d' arte, stampe, ritrattistica, disegni su ceramica.  O la letteratura. Assimilato il mondo a cui si ispira, passa al lavoro grafico, ed è il momento creativo.
Sempre nel 2006 firma il successo del Don Giovanni di Zeffirelli all'opera di Roma.
«Rispetto alle mie tendenze per le cose storiche, è stato un lavoro abbastanza inventato perché l' idea era di fare un compromesso, un connubio tra ' 500 e ' 700».
 I costumi di Anna Anni lasciano la platea di stucco, Don Giovani ne cambia tre, l' ultimo in velluto nero bordato di blu; tre ne avrà anche Donna Anna, broccati di tipo diverso con sopra gioielli e passamanerie: «Ce n' è uno che pesa 15 chili ma è così bello che non lo sento addosso!». 

Zeffirelli descrive così il lavoro di Anna per il Don Giovanni: «Anna ha riprodotto il mondo esatto, la visione goyesca, settecentesca, del mondo spagnolo, l' arrivo dei contadini lasciava a bocca aperta. La conosco dall' infanzia, a Firenze, lei frequentava l' Istituto d' Arte di Porta Romana, nella stessa classe di Piero Tosi e Danilo Donati; io sono un po' più grande di loro, ero all' Accademia delle Belle Arti. Poi abbiamo cominciato a frequentarci». Anna pensa a Danilo, «un ragazzo di una vivacità e creatività straordinarie, in piedi su uno sgabello a fare l' imitazione di Wanda Osiris... E Piero, seguirlo in biblioteca, mentre si documentava, ha voluto dire apprendere un metodo di lavoro prezioso, lui aveva proprio la vocazione per il

costume, mi ha fatto capire l' importanza della forma e della linea ».
Sempre Zeffirelli racconta un curioso anneddoto :«Anna riusciva spesso a mandarmi su tutte le furie. All' Alcina di Haendel con Joan Sutherland nel ' 60, rischiammo di non andare in scena perché travolta dalle centinaia di costumi meravigliosi a cui stava lavorando, si era semplicemente dimenticata dei costumi della protagonista. La

dovetti chiudere a chiave in sartoria per due notti. Fu un trionfo».
Tra gli ultimi lavori firmati da Anna Anni si ricordano l'Aida "in miniatura" – andata in scena al Teatro Verdi di Busseto in occasione del Centenario Verdiano e che tanto successo ha ottenuto in tutta Europa – l'Aida kolossal all'Arena di Verona – e i costumi per due grandi produzioni cinematografiche dirette da Franco ZeffirelliUn tè con Mussolini e Callas forever
Anna si è spenta il 1 gennaio 2011 all'età di 84 anni.





Anna racconta con passione in questo bellissimo video come svolgeva il suo lavoro di costumista:



I costumi di Anna Anni - Fondazione Cerratelli from Iacopo Navari on Vimeo.

Biografie di costumisti famosi

Finalmente con il nuovo anno posso tornare ad aggiornare il mio blog.
Ho pensato di raccogliere sul blog le biografie, i bozzetti, le foto di costumisti che hanno lasciato il segno.
Di solito nei film si ammirano stupendi costumi, ma ben poco si sa di chi c'è dietro, quindi mi piacerebbe rendere omaggio a chi ha realizzato tali capolavori.
Tra i primi nomi di cui mi occuperò: Anna Anni, Edith Head, Dorothy Jeakins e Charles LeMaire.
Stay tuned!






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