Cosi' raccontava Anna Anni, una signora semplicissima quanto geniale. Anna è nata a Marradi, al confine tra la Toscana e la Romagna.
«Fui adottata da due persone che ho amato molto, ho trascorso un' infanzia bellissima in campagna, in un borghetto medievale dove il tempo pareva essersi fermato». Poi si trasferì a Firenze, arrivò la guerra, anni duri. Ha cominciato dipingendo ceramiche, giocattoli, foulard; poi attrezzista teatrale «un po' all' arrembaggio, però mi è servito eccome».
Dopo l' apprendistato fiorentino, nel 1951 Orson Welles si rivolge all' architetto Aristo Ciruzzi per le scenografie di due spettacoli da allestire a Chicago. «Aristo fece il mio nome per i costumi ».
Esordisce nel 1953 creando i costumi del Volpone di Jonson e de La Locandiera goldoniana, entrambi diretti da Orson Welles. Proprio Orson Welles innamorato del suo talento, negli anni ´50, tentò senza successo di portarla in America.
Consegnati i disegni, Orson la invitò in Usa per vedere gli spettacoli: «Mi prese il panico, che ci andavo a fare, non conoscevo nemmeno la lingua? Mi scrisse che era contento del successo ma dispiaciuto che non fossi andata»
Costumista ma anche insegnante:
«Sono sempre stata dietro le quinte, non ho mai voluto rubare spazio ai registi per i quali ho lavorato. Per tutta la vita ho insegnato disegno alla scuola Tornabuoni.
La notte andavo a Roma sul set, il giorno dopo ero al mio posto d´insegnante.
Una cosa di cui vado fiera è la confessione di una mia studentessa che mi disse: "Signora Anni lei con me è sempre stata paziente ed è riuscita ad insegnarmi i segreti del suo mestiere"»
Ha lavorato accanto a maestri quali Mauro Bolognini, Franco Zeffirelli, Sandro Sequi, Orson Welles, Luchino Visconti.Zeffirelli la ricorda così:
«Piccolina, timidissima e però dal carattere di ferro. Con me ha lavorato in 15 spettacoli grandiosi, dall' Aida di Busseto a quella di Verona, Cavalleria e Pagliacci alla Scala, per Carmen al Met ha realizzato 480 costumi. E Anna sempre a dire che c' è qualcuno meglio di lei.
Anna era dotata di grande talento, forse più di tutti noi, ma era schiva, modesta. La conoscenza del taglio storico e la minuziosa ricerca del particolare hanno reso i suoi costumi straordinari, emblemi di preziose evocazioni storiche. Mi commossi nel vedere i costumi che aveva disegnato per Maria Stuarda con le due primedonne Valentina Cortese e Rossella Falk per un' indimenticabile Carmen all' Arena di Verona. Ma tutte le sue cose erano bellissime ed hanno trionfato nei teatri più prestigiosi del mondo».
«Anna - riprende Zeffirelli - è un personaggio incredibile, un patrimonio della cultura di cui gli italiani non si sono mai accorti. Ha sempre una visione precisa, si casca sempre sul sicuro. La sua straordinaria qualità è il mondo non tradizionale ma classico, come dipinge, come schizza i bozzetti, non c' è nessuno che usa l' aquarello come lei, anche se fa di tutto per farci cambiare idea, imbarazzante com' è per la sua umiltà.
Zeffirelli ancora racconta: «In un dispettoso pianeta abitato da gente sempre pronta a voler sembrare migliore di quello che è, lei svettava più alta di tutti. Anche se bisognava - e quasi mai ci sono riuscito - farla uscire dalla sua palude di umiltà e modestia che a volte, confesso, mi appariva perfino insopportabile: appena le si diceva brava lei scuoteva subito la testa schernendosi con imbarazzo. A Firenze pranzavamo insieme nelle trattoria di Santo Spirito».
E proprio nel 2006 sfiorò l´Oscar per i costumi dell'Otello di Franco Zeffirelli .
Anna non si faceva certo pregare per raccontare il suo primo incontro con Zeffirelli: «Mi presentai una domenica mattina alle 8 nell´appartamento che Tosi divideva con Zeffirelli e Bolognini a Roma, vicino a piazza di Spagna. Mi venne ad aprire Alfredo Bianchini che mi apostrofò dicendo: Nini, o che si viene nelle case a quest´ora?»
Nel ´65 poi Anna Anni realizzò le scene per "La lupa" con Anna Magnani. «Mi ricordo una scena in cui seduta su una fascina recitava a bassa voce, senza guardare il pubblico, come se stesse parlando con se stessa. Straordinaria, non ho più visto recitare a quel modo»
Ha disegnato abiti di scena per Carla Fracci, Anna Fracci, Paolo Poli, Placido Domingo,
Maria Callas, Rudolf Nureyev, Luciano Pavarotti. Particolarmente luminosa è stata la sua collaborazione per i costumi dei balletti allestiti dalla coppia Fracci-Menegatti, tra i quali occorre ricordare Le baiser de la fèe di Stravinskij (Scala ´75) e Don Chisciotte (Comunale di Firenze ´84).
Nel 2006 Palazzo Pitti le dedica una mostra. Nell' itinerario della mostra veniva mostrato come ricostruiva il mondo iconografico e visivo, lo studio delle fonti che attingono ai materiali più eterogenei, opere d' arte, stampe, ritrattistica, disegni su ceramica. O la letteratura. Assimilato il mondo a cui si ispira, passa al lavoro grafico, ed è il momento creativo.
Sempre nel 2006 firma il successo del Don Giovanni di Zeffirelli all'opera di Roma.
«Rispetto alle mie tendenze per le cose storiche, è stato un lavoro abbastanza inventato perché l' idea era di fare un compromesso, un connubio tra ' 500 e ' 700».
I costumi di Anna Anni lasciano la platea di stucco, Don Giovani ne cambia tre, l' ultimo in velluto nero bordato di blu; tre ne avrà anche Donna Anna, broccati di tipo diverso con sopra gioielli e passamanerie: «Ce n' è uno che pesa 15 chili ma è così bello che non lo sento addosso!».
Zeffirelli descrive così il lavoro di Anna per il Don Giovanni: «Anna ha riprodotto il mondo esatto, la visione goyesca, settecentesca, del mondo spagnolo, l' arrivo dei contadini lasciava a bocca aperta. La conosco dall' infanzia, a Firenze, lei frequentava l' Istituto d' Arte di Porta Romana, nella stessa classe di Piero Tosi e Danilo Donati; io sono un po' più grande di loro, ero all' Accademia delle Belle Arti. Poi abbiamo cominciato a frequentarci». Anna pensa a Danilo, «un ragazzo di una vivacità e creatività straordinarie, in piedi su uno sgabello a fare l' imitazione di Wanda Osiris... E Piero, seguirlo in biblioteca, mentre si documentava, ha voluto dire apprendere un metodo di lavoro prezioso, lui aveva proprio la vocazione per il
Sempre Zeffirelli racconta un curioso anneddoto :«Anna riusciva spesso a mandarmi su tutte le furie. All' Alcina di Haendel con Joan Sutherland nel ' 60, rischiammo di non andare in scena perché travolta dalle centinaia di costumi meravigliosi a cui stava lavorando, si era semplicemente dimenticata dei costumi della protagonista. La
Tra gli ultimi lavori firmati da Anna Anni si ricordano l'Aida "in miniatura" – andata in scena al Teatro Verdi di Busseto in occasione del Centenario Verdiano e che tanto successo ha ottenuto in tutta Europa – l'Aida kolossal all'Arena di Verona – e i costumi per due grandi produzioni cinematografiche dirette da Franco Zeffirelli: Un tè con Mussolini e Callas forever.
Anna si è spenta il 1 gennaio 2011 all'età di 84 anni.
Anna racconta con passione in questo bellissimo video come svolgeva il suo lavoro di costumista:
I costumi di Anna Anni - Fondazione Cerratelli from Iacopo Navari on Vimeo.
1 commento:
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