venerdì 13 aprile 2012

Cappelli - terminologia italiana inglese e manuale

Il cappello classico è costituito essenzialmente di 2 parti:
- La Tesa del cappello che è la sporgente del cappello che gira, più o meno orizzontalmente, attorno alla base della cupola. In inglese la tesa si chiama "Brim". In alcuni cappelli la tesa può essere assente oppure sostituita dalla Visiera nei cappelli sportivi
-La cupola che è la parte convessa a forma di calotta/cilindro. In inglese questa parte viene chiamata "Crown"
In inglese l'arte di creare cappelli si definisce con il termine Millinery, mentre in italiano con Modisteria e il Milliner o Hatter è l'artigiano fabbricante di cappelli, che in italiano si chiama Modista o Cappellaio.
Su un sito americano ho trovato questo antico manuale proprio sulla Millinery Art che è possibile scaricare in formato pdf:.

giovedì 12 aprile 2012

Cappelli che passione!!!

Oggi ho ordinato tutto l'occorrente per fare cappelli.
Ho ordinato questo cartamodello di cappelli belle epoque che erano quelli che avevano le forme che più mi piacevano.

Appena arriverà tutto l'occorrente comincerò a lavorarci.
Oltre ai cartamodelli ho ordinato il buckram e il fil di ferro.  Per la passamaneria mi rivolgerò alla mia merceria di fiducia o al gs scampoli. Sono proprio curiosa di immergermi in questa nuova "avventura"!E poi quale periodo più adatto se non la primavera (anche se qui a Torino oggi fa freddino) per indossare un bel cappello?

giovedì 5 aprile 2012

Fliselina questa sconosciuta!

E’ molto importante , anzi fondamentale, quando si cuce un vestito utilizzare degli “stabilizzatori”, per aggiungere struttura, forma e rinforzare l’indumento. Questo serve anche a prolungare  la “vita” di un indumento.
Ci sono capi che hanno bisogno interamente di uno stabilizzatore (o interfodera) per rimanere in forma mentre altri solo in parte.
Ad esempio una gonna base o un pantalone avranno bisogno di uno stabilizzatore nel cinturino ( la gonna anche nello spacco), una camicia nel colletto e nei polsini, una giacca oltre allo scollo nel pannello frontale , nelle tasche, e un gilet sulla linea del collo e sul giro manica.
Per capire quali parti hanno bisogno di uno stabilizzatore, bisogna avere bene in mente il capo che si vuole costruire.
Le parti dell’indumento che dovranno cadere diversamente rispetto alle forme del corpo, probabilmente avranno bisogno di un stabilizzatore. Pensiamo ad esempio a una gonna  ampia stile "civil war", sicuramente per stare ampia e su in quel modo avrà bisogno di qualche supporto.
 Un’idea semplice può essere quella di mettere strati di tulle attaccati alla fodera della gonna, quella più complessa è di costruire una gabbia con stecche di metallo.
Esistono diversi tipi di interfodere, la più conosciuta è la fliselina. La fliselina è una tela che può essere termoadevisa oppure da cucire. Può essere di tessuto , non tessute  oppure di maglia.
La fliselina tessuta  è molto stabile e non è stretch nelle 2 direzioni, inoltre deve essere tagliata con lo stesso drittofilo del capo dove verrà applicata.
La fliselina non tessuta è composta da fibre sintetiche messe insieme tramite processi chimici E’ più duratura rispetto a quella tessuta. Nno è necessario tagliarla in drittofilo ma è consigliabile per avere maggiore stabilità.
Le fliseline di maglia sono più soffici di quelle tessute e sono stretch nel senso della larghezza. Di solito sono adesive.
La fliselina adesiva viene applicata con il ferro da stiro che scalda lo strato di resina.
In genere se i punti di colla sono piccoli allora la fliselina sarà più adatta per i tessuti leggeri, se sono grandi sarà meglio utilizzarla con i tessuti pesanti.
Non sempre però le fliseline adesive sono adatte a tutti i tipi di tessuti, perché il calore e la colla potrebbero rovinare il tessuto.
In questo caso è meglio utilizzare una fliselina da cucire. I tessuti su cui è necessario utilizzare questo tipo di fliselina sono il velluto, i tessuti con pailletes,  quelli con perline, i vinili, i tessuti metallici, e quelli a trama larga.
La fliselina può essere di diversi pesi. E’ importante capire quale peso va bene per il tessuto che si sta utilizzando. La fliselina deve essere compatibile con il peso, l’elasticità e la mano del tessuto.
Ad esempio una fliselina di peso alto non andrà bene con un tessuto leggero. In genere non dovrà mai essere più pesante del tessuto stesso. E’ sempre meglio fare una prova su un campione prima di utilizzare la fliselina sul capo finale, per vederne la resa, anche perché una volta applicata è difficile staccarla dal tessuto senza rovinarlo.
Oltre alla fliselina ci sono altri tipi di stabilizzatori:
Il drittofilo (scegliere quello ampio 0,5/0,6 cm), è un nastro di drittofilo utilizzato soprattutto per tenere in forma le parti curve del capo (scollo o giro manica)
Se il tessuto è molto leggero e trasparente al posto del drittofilo possiamo usare la Cimosa, ottenendo così lo stesso colore del tessuto.
Vediamo come scegliere la fliselina per alcuni tessuti:
·         Raso: se è un raso sottile sarebbe meglio utilizzare una fliselina che si cuce per evitare bolle. Per un raso spesso come il duchesse si può utilizzare la fliselina adesiva ma è sempre meglio fare una prova
·         Jeans: alcuni tessuti jeans possono essere troppo pesanti per utilizzare una interfodera. Utilizzare quella adesiva
·         Maglina: la fliselina può essere utile quando vogliamo che una parte del capo non si deformi a causa dell’elasticità del tessuto: ad esempio scolli, colli, asole, polsini e cuciture delle cerniere. Utilizziamo fliselina di maglia se vogliamo che la parte dove va applicata mantenga elasticità se invece vogliamo rigidezza utilizziamo la fliselina tessuta. Meglio non utilizzare quella adesiva, perché potrebbe non aderire bene.
·         Velluto: utilizzare  una interfodera che si cuce, perché il ferro da stiro può rovinare il pelo del tessuto
·         Pelle:meglio  utilizzare la fliselina che si cuce. Se si usa quella adesiva ,prendere solo quella che si stira a basse temperature e proteggere la pelle dal ferro .
·         Pelliccia finta: utilizzare solo quella che si cuce

martedì 3 aprile 2012

Conoscere i tessuti - CREPE

Spesso incontro sui siti questa tipologia di tessuti: Crepe
Ma di che tessuti si tratta?
Da Wikipedia:
Crêpe è il nome generico di tessuti, diversi nei materiali e nel peso, caratterizzati dall'aspetto increspato, granuloso e mosso. L'armatura è solitamente tela, raso nel caso del crêpe satin.
Il nome viene dal francese crêpe (crespo).
L'ondulazione della superficie viene ottenuta utilizzando i filati omonimi, che la movimentano grazie alla elevata ed opposta torsione dei trefoli che li compongono o alternando trame e orditi con filati a tensione opposta, l'effetto si manifesta in fase di finissaggio. Solitamente sono tinti in pezza.
Il materiale di elezione è la seta ma ne esistono in lana e fibre sintetiche, spesso miste alla seta.

Elenco dei tessuti "crespi":

  • Chiffon: estremamente leggero, trasparente e sottile, usa filati in torsione crêpe sia in ordito che trama.
  • Georgette: leggero, trasparente e sottile, usa filati in torsione crêpe sia in ordito che trama.
  • Crêpe de chine: ottenuto con l'impiego di trame a torsione alternata, compatto, si drappeggia bene. Usa filati in torsione crêpe solo in trama.
  • Crêpe marocain: tessuto pesante, per effetto del filo di trama più grosso di quello di ordito si creano delle costine ondulate orizzontali. Usa filati in torsione crêpe solo in trama.
  • Crêpe satin: morbido, rasato, lucido sul diritto e opaco sul rovescio. Usa filati in torsione crêpe solo in trama. A differenza dei tessuti precedenti, intrecciati in tela, è intrecciato in raso.
  • Crêpe di lana (crepella): tessuto in lana di vario peso comunque leggero, come per la seta è la forte torsione del filato che gli dà la superficie granulosa.
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